Come spiegare l’effetto The Nun, una pellicola che viene definita mediocre dalla critica ma che diventa un vero e proprio successo mondiale?
L’horror religioso per eccellenza è naturalmente, il classico del 1973 “The Exorcist” ovvero “L’Esorcista“, da quel momento quella particolare tipologia di horror ha preso il via ed ha trovato il suo culmine con la serie “The Conjuring”, il nuovo “The Nun”, nelle sale da venerdì, esplora temi simili mostrando l’eterna battaglia del bene contro il male.
Film come “The Nun”, che mettono da parte la scienza ed esaltano la superstizione, non sono innocui al pubblico anzi lo attirano basti pensare che la pellicola ha incassato 228 milioni di dollari in tutto il mondo all’inizio di questa settimana, e la Warner Bros Time Warner Inc. ha ufficialmente un vero e proprio universo cinematografico nelle proprie mani, proprio come la Disney che è riuscita a trasformare i successi Marvel Cinematic, come “Iron Man” dal 2008, ampliando l’ambito con pellicole come “Star Wars” e “The Force Awakens” nel 2015, così anche Warner Media è riuscita a creare un universo cinematografico horror al largo raggio seguendo il successo del 2013 “The Conjuring”.
Nonostante le pessime recensioni, possiamo dirlo, da parte della critica “The Nun” (costato 22 milioni di dollari) ha riscosso, come detto, un successo di pubblico enorme. Racconta la storia di una suora nel suo noviziato, suor Irene (Taissa Farmiga), che viene mandata in un monastero rumeno con padre Burke (Demián Bichir) per indagare sull’apparente suicidio di un’altra suora, i due sono assistiti da un locale francese di nome Maurice (Jonas Bloquet), scoprendo così che gli eventi apparentemente banali che hanno portato alla morte della suora precedente sono in realtà legati ad episodi soprannaturali e forse addirittura demoniaci.
Il risultato di tutto viene mostrato al pubblico con elementi di forte contrasto come la campagna rumena lussureggiante e suggestiva, l’architettura in stile antico che viene utilizzata per un effetto inquietante, sfortunatamente, tutto il resto del film, a detta della critica, è basato sui soliti clichè.
Sebbene ci siano alcuni collegamenti tra “The Nun” e gli altri film nell’universo “The Conjuring“, che includono oltre a “The Conjuring” (2013), anche il filone di “Annabelle” (2014), “The Conjuring 2” (2016) e “Annabelle: la Creazione “(2017), è il primo film di questa serie, anche se in effetti vi sono dei collegamenti, durante il film, legati appunto a “The Conjuring 2” nonostante sia una storia a se stante.
Dunque il successo di “The Nun” porterà certamente ad un sequel?
In un’intervista riportata dal portale Salon.com Annette Hill , docente di media e comunicazione all’Università di Lund, in Svezia ha rivelato:
“Il paranormale possiede una forte attrazione per il pubblico in quanto offre diversi sistemi di credenze e tipi di rappresentazione e narrazione nella cultura popolare che affronta la nostra paura dell’ignoto e ciò che ci accade quando si muore. Il paranormale comprende una serie di credenze spirituali alternative, nei fantasmi e la comunicazione dello spirito, nella stregoneria, negli alieni, nelle proiezioni extra sensoriali, offrendo al pubblico l’opportunità di impegnarsi con le proprie personali convinzioni, dubbi e timori circa l’ esistenza di vita dopo la morte, e l’esistenza di esperienze anomale vissute.”
The Nun affronta un tema ricorrente nei film horror basati sul paranormale, vale a dire il fare affidamento in particolar modo alla Chiesa ed il cattolicesimo in generale, per fornire una base teologica per le storie che vengono narrate.
“La pratica religiosa dell’esorcismo è profondamente connessa con la Chiesa cattolica; gli esorcisti qualificati offrono forte caratterizzazione e la narrazione per i film horror, che risale ai classici film degli anni 70, fa parte del genere e il pubblico ha imparato ad aspettarsi questo tipo di tratti generici nell’horror contemporaneo“, ha spiegato la Hill.
Questo filone attinge alle paure profondamente radicate che penetrano nella nostra psiche, in The Nun” vediamo però regolarmente personaggi che agiscono in modi come nessun essere umano razionale si comporterebbe davanti al pericolo, il tutto rende rende più difficile per i membri del pubblico vedersi in queste situazioni e quindi relazionarsi con loro, Annette Hill ha sottolineato:
“I film di finzione, inclusi horror, soprannaturali e thriller psicologici, rappresentano il paranormale in moltissimi modi: per alcuni spettatori il brivido e l’adrenalina di guardare un evento paranormale è nelle loro aspettative secondo il genere e la narrazione, ma per altri un film basato su eventi realmente accaduti, come ‘ The Conjuring 2,’ o che rappresentano il paranormale in modo più dettagliato e che sfociano nella parapsicologia, il ricorso è nella rappresentazione della prova dell’esistenza del paranormale“.