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Sanità, in Umbria nuove tecniche mini-invasive di intervento

In Umbria la sanità eccelle, nuove tecniche laparoscopiche e mini-invasive di intervento.

Chi l’avrebbe detto che nel giro di qualche decennio avremmo messo a punto delle tecniche tanto precise negli interventi chirurgici? E soprattutto che queste tecniche sarebbero diventate così poco invasive?

Non molti, probabilmente. Fatto sta che invece è successo: in anni passati sostanzialmente si tagliava dall’esterno per poi andare a intervenire nelle parti interne interessate. Adesso si tende sempre di più a penetrare per altri canali, compromettendo in maniera minimale le parti esteriori del corpo. Frutto dei passi da gigante che ha fatto la chirurgia in particolare, e la tecnologia in generale.

Uno dei problemi principali quando si interviene, ad esempio, con tecniche laparoscopiche, è quello della visione. E’ fondamentale, di là della bontà degli strumenti usati e della bravura dei chirurghi e relative equipe, avere una visione dei punti di intervento la più possibile definita, ad alta risoluzione. Maggiore è la definizione dell’immagine, maggiore è la possibilità di intervenire in maniera più mirata.

Ne gioverà la qualità dell’intervento nel suo complesso. Al giorno d’oggi, in tema di risoluzione delle immagini, abbiamo raggiunto dei livelli davvero invidiabili. Fondamentalmente la definizione delle immagini dipende da tre fattori. Il primo è dato dalla qualità delle ottiche. Le sonde che vengono inserite per consentire e guidare l’intervento, devono possedere delle ottime ottiche.

Il secondo è dato dalla definizione del sensore, cioè quel chip deputato a “vedere” elettronicamente le immagini. Più piccoli sono i pixel, cioè le unità di visualizzazione che lo compongono, e maggiore è la definizione dell’immagine stessa. Il terzo è dato dalla risoluzione dello schermo, o comunque dell’interfaccia che ci consente di vedere all’esterno l’immagine, vale a dire sostanzialmente un buon monitor.

Quando si realizzano queste condizioni al più alto livello, c’è una maggiore probabilità che l’intervento chirurgico si compia nel migliore dei modi e con i più alti risultati. In Umbria, all’ospedale di Città di Castello, proprio in questi ultimi tempi, la struttura sanitaria si è dotata di un nuovo sistema ad alta tecnologia di chirurgia laparoscopica.

Ne parla brevemente Andrea Casciari, Direttore Generale della USL Umbria 1: “Si tratta della tecnologia più avanzata a livello mondiale e la prima disponibile in un ospedale pubblico italiano. Un investimento che si inscrive nell’opera di potenziamento dell’Ospedale di Città di Castello e che sposa le caratteristiche peculiari dell’attività del reparto di chirurgia, da sempre caratterizzato per l’adozione estensiva delle metodiche chirurgiche mini invasive più avanzate”.

Nel dettaglio, si tratta di una serie di strumenti integrati con una definizione delle immagini quattro volte superiore rispetto agli strumenti fino ad oggi in uso, che consentono di visualizzare i tessuti interni distinguendo le singole strutture anatomiche in maniera estremamente più precisa”.

Dal canto suo, Maurizio Cesari, direttore di Chirurgia dell’ospedale di Città di Castello, precisa: “Come è noto, le tecniche mini-invasive hanno rivoluzionato la chirurgia negli ultimi 25 anni, portando ad un miglioramento dei risultati, associato a una netta riduzione del trauma chirurgico. A Città di Castello le percentuali di utilizzo sono fra le più alte in Italia, sia per le patologie più abituali per la tecnica laparoscopica, sia per le patologie oncologiche dove invece, altrove, spesso il risultato è ancora modesto”.

In particolare, secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute, la percentuale di chirurgia mini-invasiva/laparoscopica per i tumori del colon è del 93% a Città di Castello contro una media nazionale del 35%, con risultati che portano a una mortalità che è circa la metà di quella nazionale”.

Non è un caso, infatti, che negli ultimi dieci anni circa 150 chirurghi hanno deciso di formarsi proprio a Città di Castello, per quel che riguarda la chirurgia mini-invasiva/laparoscopica. Le metodiche ivi utilizzate sono, infatti, le più avanzate nell’intera nazione.

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